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26 mar 2012

La favola di Sander, da difettoso a campione

Un fantino di 19 anni trasforma il cavallo svenduto perché intrattabile

Roberto Previtali con il suo campione, SanderRoberto Previtali con il suo campione, Sander
La primavera di Sander e Roberto ricorda un po' quella del brutto anatroccolo che si specchia nello stagno e si scopre cigno. Perché Sander, cavallo di tredici anni comprato da Roberto in Olanda malgrado il suo caratteraccio e le scarse speranze di successo, la scorsa settimana si è trasformato in «cigno» mentre correva il prestigioso Saut Hermès al Gran Palais di Parigi: montato e amato dal suo giovane cavaliere ha volato su quegli ostacoli da un metro e 45 chiudendo la gara con un tempo di 34 e 45. Un record che ha regalato a Roberto Previtali, 19 anni di cui 12 passati in sella, campione italiano «young rider» in carica, la vittoria della prima prova «Les Talents Hermès» riservata ai migliori cavalieri con meno di 25 anni. «La rivelazione italiana» l'ha coronato la stampa di settore.

La storia di Sander e Roberto inizia lo scorso settembre. Sander vive in Olanda ed è quello che nell'ambiente viene definito un cavallo difettoso: un bell'animale ma con un carattere difficile. Ha alle spalle più di una gara, qualcuna pure vinta. Ma il fatto che sia di temperamento nervoso, «sanguato», non lo rende particolarmente quotato. Anzi, ne fa un cavallo da cedere alla prima occasione. Roberto sta a più di 1.100 chilometri di distanza, a Bergamo, ed è quello che normalmente viene definito un ragazzo senza grilli per la testa: il mattino lavora nella macelleria all'ingrosso di famiglia, la sera studia per geometra, ma il pomeriggio, ogni sacrosanto pomeriggio, cavalca con il padre e il fratello Michele. Nonno, papà, ragazzi: l'amore per i cavalli in casa Previtali si tramanda da generazioni. Nella piccola scuderia di famiglia ce ne sono dieci, tutti di carattere. Ne serve uno nuovo e si parte alla volta dell'Olanda.

«Cercavamo un buon cavallo da comprare senza spendere una fortuna, mio padre non è un petroliere... E poi la nostra filosofia è sempre stata un po' ruspante: tenere cavalli che possono regalare sorprese ma che anche se si fanno male non riempi un mare con le lacrime» racconta Roberto al margine del campo di gara di Manerbio dove ieri è arrivato quarto. «Quando ho incontrato Sander avevamo già scartato due cavalli e stavamo per ripartire per l'Italia: ho capito subito che lui era quello giusto, a me piacciono così». Il papà di Roberto ha staccato un assegno di 20 mila euro, una cifra dieci volte inferiore rispetto a quella che è stata pagata ad esempio per la maggior parte dei cavalli in gara al Saut Hermès, per non parlare dei campioni. Il proprietario olandese di Sander gli ha stretto la mano con quell'eccesso di energia che produce la convinzione di aver chiuso un buon affare. «Una volta a casa - continua il suo racconto Roberto - Sander si è rivelato però più caldo di quando l'ho provato e anche dell'immagine che me ne ero fatto guardando i vecchi filmati». Le prime gare di prova sono andate male. «Dopo ogni salto Sander si imbizzarriva e io mi spaventavo, non riuscivo a tenerlo. Poi ho imparato a conoscerlo, a parlare il suo stesso linguaggio, a comprendere quello che voleva dirmi con quei saltelli in cui si perdeva dopo aver superato l'ostacolo. E lui ha imparato a fidarsi di me. Un cavallo va capito se vuoi ottenere da lui grandi risultati».

Il 16 marzo Roberto e Sander si sono presentati alla prima prova del Saut Hermès riservata ai giovani talenti. Unica altra italiana Eleonora Zorzetto. Su di loro gli occhi dei trenta migliori cavalieri al mondo. «Fai con calma, niente azzardi», gli ha consigliato un illustre veterano come Michel Robert. Roberto ha fatto di testa sua. Ha osato e Sander l'ha seguito. Un brusco taglio di curva gli ha regalato quei quasi tre secondi in più sul tedesco Patrick Stuhlmeyer in sella allo stallone Oldenburg Lacan. «Lui è così, sa parlare ai cavalli, a tutti i cavalli, se no come te le spieghi certe cose?» ha dato di gomito al padre un vecchio amico di famiglia in tribuna. Al risuonare delle note dell'Inno di Mameli nel Grand Palais di Parigi il cuore di Roberto ha iniziato a battere all'impazzata sotto la giubba rossa, mentre Sander si è innervosito e ha alzato le zampe anteriori verso l'alto. «Calmati», gli ha sussurrato il suo giovane cavaliere accarezzandogli la stella bianca sul muso. Ormai è primavera e ti sei trasformato in «cigno».

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