L'azienda proprietaria dei server che ospitavano i contenuti del sito vuole cancellare l'enorme archivio di materiale, per un valore di spazio fisico di oltre un milione di dollari. Ma gli attori interessati a rilevarli sono diversi, e i file che non violano copyright rischiano di sparire assieme al materiale pirata
L'indagine e i costi. Alla base della decisione di Carpathia ci sono due elementi, il primo è che l'indagine su Megaupload si avvia a conclusione e non c'è più bisogno di mantenere gli archivi. La seconda è che tenere vivi i file costa 9000 dollari al giorno, che l'azienda sostiene di non dover sostenere perché con l'inchiesta non c'entra nulla. Megaupload utilizzava 1.103 server di Carpathia, per contenuti che l'indagine federale ha dovuto mettere sotto esame. L'accusa per Megaupload è riciclaggio di denaro, oltre a infrazione di copyright e condivisione di contenuti protetti per cui ha risposto Kim Dotcom, fondatore del sito, ora libero su cauzione 3.
Tutti vogliono i file. Megaupload è interessata al mantenimento dei file per poterli presentare come prova in aula ed eventualmente restituirne l'accesso ai legittimi proprietari. Una motivazione che trova sponda nella Electronic Frontier Foundation, associazione legale che opera nel campo dei diritti digitali e della privacy. Li vorrebbe anche la Motion Picture Association of America, l'associazione dei produttori cinematografici. Ma Carpathia ha chiesto alla Corte giudicante di poter nuovamente rendere disponibili i server per nuovi clienti, o che almeno che chi li vuole paghi per l'affitto dei server. Di rimando, sembra che non siano poche le entità interessate a rilevare i 28 petabyte di dati così come sono. Fisicamente, i server sono dislocati tra gli Usa e il Canada, e nessun elemento è stato spostato in altri posti, così come nessun dato è stato cancellato.
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