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6 mar 2012

E ora tutti pazzi per la City: gli italiani (ricchi) comprano casa a Londra per sfuggire all'erario?

I NOSTRI CONNAZIONALI SUPERANO PERSINO I PAPERONI RUSSI: PRIMI PER ACQUISTI OLTREMANICA


La sterlina debole e i vantaggi derivanti dalla residenza fiscale nel Regno Unito: nei primi due mesi del 2012 è un autentico boom

La capitale londinese e la vista sul TamigiLa capitale londinese e la vista sul Tamigi
MILANO - Il dubbio è lecito, ed è tutto nella domanda che da un po' si fanno gli osservatori in ambito real estate: perché Londra è la nuova Mecca per i sogni (materiali legati al mattone) degli italiani? Indiscutibile il fascino della City: vuoi mettere l'incantevole pertugio sul Tamigi con vista Tower Bridge da cui qualche giorno fa si stagliavano i cinque cerchi olimpici a preannunciare Londra 2012? Sarà appunto perché la City si trasformerà a breve nell'ombelico del mondo, sarà per la sua straordinaria vitalità cosmopolita. Sarà il fascino del Big Ben, di Trafalgar Square, sarà la sua aura alternativa di Camden o la carica radical-chic di Portobello Road.

IL REPORT - Eppure tutto ciò concorre a quello che Knight Frank, il colosso britannico dell'immobiliare, mette nero su bianco in un report diffuso lunedì: gli italiani rappresentano il gruppo nazionale maggioritario (l'8% dei contratti) nell'acquisto di abitazioni nella City. L'arco temporale è piuttosto ristretto: i primi due mesi del 2012. Ma segnalano un trend ormai conclamato. E sembrano poter avere una spiegazione congiunturale che può originarsi dalle ultime misure (fiscali) sugli immobili del governo Monti. Il peso del fisco a seguito dell'ultima manovra di correzione dei conti pubblici può quindi spiegarsi con questo tentativo di "fuga di capitali" all'estero? Le tensioni sull'azionario e sull'obbligazionario di fine 2011 hanno contribuito a questa vocazione per Londra? Il dato più sorprendente è che persino la Russia degli Oligarchi sembra avere meno liquidità dei nostri connazionali (paperoni) alla ricerca dell'affare a Notting Hill. Ma la lettura non è così semplice. Nel decifrarla non si può omettere anche l'attuale debolezza della sterlina rispetto ai fasti del recente passato. Motivazione che va di pari passo con una serie di benefit fiscali concessi agli stranieri dall'erario inglese e non ancora "smontati" dalla cura Cameron. Così al netto di una tassa patrimoniale più volte evocata e mai attuata il risultato immediato è che il mercato del mattone a Londra è tornato ai tempi pre-crisi: i prezzi delle case sono cresciuti - scrive Knight Frank - del 43% rispetto al 2009. Un paradosso per una domanda che si auto-alimenta e un'offerta che comincia a latitare e fa così impennare il valore nominale degli immobili all'ombra di Westminster.

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