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23 mar 2012

Banca Mondiale, Obama a sorpresa sceglie Jim Yong Kim, scienziato asiatico


Il medico naturalizzato americano la spunta sugli economisti di fama: gli Usa prendono atto che il mondo è cambiato

NEW YORK – Due novità per la Banca Mondiale: Jim Yong Kim, lo scienziato scelto da Barack Obama per guidare la grande istituzione internazionale, non è un americano al 100 per cento come l'uscente Robert Zoellick e tutti i suoi predecessori e ma un coreano del Sud naturalizzato americano. E non è un economista ma un fisico e antropologo esperto di medicina sociale. Aprire a un candidato dei Paesi emergenti prendendo atto che il mondo è cambiato e il vecchio direttorio Usa-Ue non è più riproponibile, nemmeno nella scelta dei capi della Banca mondiale e del Fondo Monetario che dalla fondazione sono stati guidati rispettivamente da un americano e da un europeo? O mantenere saldamente nelle mani degli Stati Uniti la poltrona della "World Bank" anche per non farsi accusare dai repubblicani, in un difficile anno elettorale, di essere il presidente rinunciatario di un'America in ritirata? Barack Obama ha risolto il dilemma con una scelta che ha colto tutti di sorpresa: ha esercitato pienamente il suo potere di scelta in quanto maggior azionista dell'organismo ma, scartando tutti gli altri candidati di cui si era parlato nelle scorse settimane – da economisti come Larry Summers e Jeffrey Sachs all'ambasciatrice Usa all'Onu, Susan Rice – il presidente ha deciso di proporre per la presidenza della Banca Mondiale uno scienziato divenuto manager di una delle più prestigiose università Usa, il Darthmouth College: ma soprattutto un coreano, nato a Seul, emigrato negli Stati Uniti quando aveva cinque anni. Insomma una soluzione che rompe gli schemi ma che, politicamente, rappresenta anche un compromesso tra esigenze diverse: una soluzione tipicamente obamiana. Scegliendo Jim Yong Kim - un fisico e antropologo di 53 anni, grande esperto di medicina sociale, la materia che insegnava di diventare presidente di una delle università della "Ivy League", l'aristocrazia delle accademie Usa – Obama mantiene formalmente il diritto di designazione fin qui riconosciuto agli Usa, ma apre all'Asia, dando ancora più spessore a quella visione "transpacifica" che è una delle caratteristiche salienti della sua presidenza. Dopo questa mossa nulla sarà più come prima. Anche per gli europei sarà più difficile continuare ad esercitare un "diritto esclusivo" sulla designazione del capo del Fondo Monetario Internazionale. Obama ha voluto dare grande visibilità a questa sua designazione, annunciando di prima mattina la scelta nel giardino della Casa Bianca, affiancato dal Segretario di Stato, Hillary Clinton e dal ministro del tesoro, Tim Geithner, oltre che da Jijm Yong Kim.

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