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31 gen 2012

Deputati, taglio di 1.300 euro lordi allo stipendio dei deputati


VIA LIBERA DALL'UFFICIO DI PRESIDENZA DELLA CAMERA: -700 EURO NETTI


Le figure «apicali» avranno un ulteriore taglio del 10%. Vitalizi, si passa al contributivo. Fissato un tetto agli stipendi dei manager della Pubblica amministrazione

MILANO - L'ufficio di presidenza di Montecitorio ha deciso di ridurre lo stipendio dei 630 deputati «di 1.300 euro lordi», circa 700 euro netti. Lo ha annunciato il vicepresidente della Camera, Rocco Buttiglione, al termine della riunione durata più di due ore. Il provvedimento, ha spiegato l'esponente dell'Udc, sarà «immediatamente esecutivo» e non subirà cambiamenti anche «dopo la riunione di martedì in Senato».

«FIGURE APICALI» - L'ufficio di presidenza della Camera ha anche deciso che verrà tagliata del 10 per cento l'indennità di carica. Si tratta di quelle indennità percepite da «figure apicali», come il presidente della Camera, i vicepresidenti, i questori e i presidenti di commissione. Si tratta dell'indennità di carica (ossia quella voce di stipendio in più derivante dal maggiore carico di lavoro).

Fini annuncia il taglio su TwitterFini annuncia il taglio su Twitter
I VITALIZI - Buttiglione ha aggiunto che è stato inoltre stabilito che per i vitalizi si passa al sistema contributivo, che varrà anche per i dipendenti. «Idv e Lega Nord, ha chiosato Buttiglione, sono state in disaccordo sulla fine dei vitalizi e il nuovo sistema pensionistico». In realtà l'Italia dei Valori ha votato contro sulla questione dei vitalizi ritenendo che si sarebbe potuto fare anche di più. La Lega, sempre sul tema vitalizi, si è astenuta ritenendo che non si è intervenuti su alcuni aspetti come il cumulo dei doppi vitalizi (per esempio per chi ricopre anche un incarico anche sul territorio) e che alcune questioni sul calcolo andrebbero ancora approfondite. E, curiosità, il presidente della Camera Gianfranco Fini, lo scrive su Twitter: «Vitalizi deputati e dipendenti Camera: si passa al contributivo. Come tutti i cittadini».

PORTABORSE - Una proposta di legge per disciplinate la figura del collaboratore parlamentare. L'Ufficio di Presidenza della Camera si è impegnato a predisporre i deputati questori per arrivare ad un provvedimento da approvare nel corso dell'attuale legislatura in modo da poter essere applicato a partire dal prossimo mandato parlamentare. «I parlamentari potranno disporre per il 50% del trattamento forfettario e per il restante 50% si dovrà documentare come spende il denaro - ha detto Buttiglione -: o assumendo un collaboratore (attenendosi però a delle regole che verranno stabilite) oppure pagando convegni e l'attvità politica rendendo conto nel dettaglio le spese che sostiene. Questa è una soluzione provvisoria - ha proseguito Buttiglione - perché contiamo di approvare una legge con cui si potrà definire lo statuto del collaboratore parlamentare». «C'è il disegno di dire che nel momento in cui si chiedono sacrifici al Paese, chi ha posizioni apicali, se vuole essere credibile, deve essere il primo a farli» ha concluso Buttiglione. I deputati fino a oggi ricevevano, senza alcuna certificazione, un rimborso spese «per il rapporto tra eletto ed elettori» di 3.690 euro mensili erogate a forfait. Da adesso in poi, circa 1.800 euro rimarranno forfettarie, vale a dire che continueranno ad andare direttamente nella tasca dei parlamentari; l'altra metà verrà rimborsata, dietro presentazione di giustificativi, dall'amministrazione di Montecitorio.

MANAGER - Tempi rapidi anche per un limite agli stipendi dei manager della pubblica amministrazione. A lavorare su questo fronte questa volta è il Governo. «In tempi considerevolmente inferiori a quelli indicati dal decreto-legge approvato dal Parlamento lo scorso dicembre, e fissati in novanta giorni, il Presidente Mario Monti ha trasmesso al Presidente del Senato, Renato Schifani, e al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, lo schema di provvedimento concernente il limite massimo retributivo dei dipendenti pubblici, previsto nel "Salva Italia"». Lo evidenzia una nota di Palazzo Chigi. Lo schema di decreto del presidente del Consiglio, prosegue la nota, verrà sottoposto al preventivo parere delle competenti commissioni di Senato e Camera.

Mario Monti (AfpMario Monti (Afp
LA NOTA - «Dal buon esito dell'operazione dipendono sia il successo dei programmi di risanamento dell'economia, sia quello degli stimoli alla crescita e competitività. Il contenimento dei costi della burocrazia contribuirà cosi a rafforzare il credito di fiducia che i Paesi dell'Eurozona e gli investitori internazionali decideranno di accordare all'Italia nei mesi a venire. Per questo motivo, in tempi considerevolmente inferiori a quelli indicati dal decreto-legge approvato dal Parlamento lo scorso dicembre.

I PRINCIPI - Il provvedimento si fonda su due principi: «1) Il trattamento economico complessivo del primo Presidente della Corte di Cassazione diventa il parametro di riferimento per tutti i manager delle pubbliche amministrazioni. In nessun caso l'ammontare complessivo delle somme loro erogate da pubbliche amministrazioni potrà superare questo limite. 2) Per i dipendenti collocati fuori ruolo o in aspettativa retribuita, presso altre pubbliche amministrazioni, la retribuzione per l'incarico non potrà superare il 25% del loro trattamento economico fondamentale. Resta valido il tetto massimo indicato in precedenza». (fonte: Italpress)



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