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31 gen 2012

Celentano a Sanremo, compensi in beneficenza


L DIRETTORE DI RAIUNO: «E' IL NOSTRO TEVEZ». ANCORA INCERTE LE MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

Mazzi: «Non solo non si terrà un euro, ma pagherà di tasca propria le spese e le trattenute fiscali»

Adriano Celentano (Ansa)Adriano Celentano (Ansa)
MILANO - «Noi il nostro Tevez lo abbiamo ingaggiato, a differenza di altri. Il Tevez di quest'anno è Adriano Celentano». Probabilmente Mauro Mazza, direttore di Raiuno, non ha pensato alla possibile associazione di idee che avrebbe potuto scatenare la sua battuta, il parallelo tra le quotazioni del fuoriclasse del Manchester City e il superingaggio che verrà corrisposto al «Molleggiato» per la sua partecipazione al Festival della Canzone italiana. Le polemiche che hanno accompagnato il ritorno del cantante a Sanremo sono riaffiorate anche nel corso della conferenza stampa. Ma è stato Gianmarco Mazzi, il direttore artistico della manifestazione, a sgombrare subito il campo da ogni dubbio: «Celentano distribuirà tutto il suo compenso in beneficenza». Non solo: «Si farà personalmente carico degli oneri fiscali legati ai compensi e saranno a carico suo anche tutte le spese di permanenza all'Ariston. Tanto per essere chiari: venire a Sanremo a lui costerà un sacco di soldi».

CIFRE E BENEFICENZA - Mazzi ha chiarito quali saranno le cifre in campo e come saranno poi redistribuite. Qualora partecipasse ad una sola serata, Celentano percepirà 350 mila euro. Nel caso di due serate, la somma salirà a 700 mila. E salirà ulteriormente a 750 mila qualora alla fine l'artista decidesse di partecipare a quattro o a tutte le serate. Quanto alla beneficenza, Celentano destinerà i compensi a uno o due ospedali di Emergency (a seconda di quanto sarà effettivamente il compenso finale, comunque si parla di 100 mila euro ciascuno) e a 20-25 famiglie bisognose che saranno indicate dai sindaci di Milano, Roma, Firenze, Napoli, Verona, Cagliari e Bari e a cui saranno corrisposti assegni da 20 mila euro. Mazzi ha parlato di i una polemica «scatenata in modo rabbioso», forse «perché c'è sempre la paura che Celentano parli anche e non si limiti a cantare».

«ADRIANO E' LA STORIA» - Anche Gianni Morandi, per il secondo anno consecutivo in veste di presentatore, ha tagliato corto sulle polemiche, prendendosela con una classe politica «che non ha titolo di parlare di moralità» e che «scarica sugli artisti i propri fallimenti». Poi il presentatore ha aggiunto: «Portare Celentano a Sanremo è un sogno che abbiamo da sempre: lui è Sanremo, proprio qui iniziò le sue provocazioni nel 1961 cantando '24 mila baci». E ancora: «Celentano è la storia, è la musica, non si discute averlo. Celentano è l'Italia. Lo conosco da 49 anni e la cosa che mi sorprende è come riesca sempre a creare una rivoluzione ogni volta che arriva, ad attrarre l'attenzione. È come se il festival di Sanremo fosse il festival di Celentano, all'insegna di Celentano, e questo ci aiuterà».

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