Biancheria intima irregolare:
la sciatrice Tina Maze a richio squalifica
Tina Maze avrebbe indossato indumenti contenenti
materiale plastico che favorisce l'aerodinamicità
TESSUTO NON REGOLARE - È bella e veloce. Domenica la giovane sciatrice Tina Maze è salita sul secondo gradino del podio nel SuperG di Kleinkirchheim, in Carinzia. Ma dopo un reclamo svizzero quel piazzamento sarebbe in bilico. La avvenente atleta avrebbe infatti indossato una tuta internamente rivestita con della pellicola di plastica, dunque non conforme ai regolamenti internazionali, perché crea un irrigidimento della struttura che favorisce la resistenza all'aria. La biancheria intima - o il materiale tecnico termico che si mette sotto la tuta da sci - è stata nel frattempo portata in un laboratorio per un'approfondita analisi su incarico della Fis. Andi Krönner, responsabile della Federazione per il controllo materiali, ha confiscato il tessuto subito dopo la gara. Il tecnico testerà con un porosimetro la permeabilità all'aria.
TUTA - Se i sospetti fossero confermati, la Maze rischierebbe una squalifica. A questo punto lo «scandalo mutandine» sarebbe perfetto. Ne approfitterebbe senza dubbio l'austriaca Anna Fenninger, che salirebbe così dal terzo al secondo posto. Tale scenario, al momento, sembra assai improbabile, riferisce la stampa elvetica. «La protesta non è contro Tina Maze, visto che nessuno deve beneficiare di alcun tipo di vantaggio sulle altre atlete», ha sottolineato l'allenatore elvetico delle discesiste Stefan Abplanalp. Invece Andrea Massi, partner di Tina e a capo del suo team, è indignato: «Ho sempre cercato di ottenere il miglior materiale possibile per Tina. E adesso, per una volta che siamo un passo avanti agli altri, succede questo». Massi sostiene che pure l'atleta Anna Fenninger indossa una tuta simile nelle gare.
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