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25 nov 2011

COSTI DELLA POLITICA Basta vitalizi per i senatori, ma non per chi è in carica o gli «ex »



Approvato il provvedimento a Palazzo Madama. Alla Camera era passato il 21 luglio: allo studio soluzioni per il «dopo»

MILANO - Basta vitalizi per i senatori. È stato deciso giovedì a Palazzo Madama, provvedimento che era già stato approvato il 21 luglio scorso dall'Ufficio di presidenza della Camera. Il consiglio dell Senato (costituito dal presidente Renato Schifani, dai vicepresidenti, dai questori e dai rappresentanti di tutti i gruppi) lo ha decretato all'unanimità. Non poteva riguardare i senatori in carica o gli ex perché non può incidere sui diritti acquisiti. La scelta di Camera e Senato comporterà un risparmio diverso, anche se al momento non quantificabile, a seconda del numero di parlamentari che hanno già maturato il vitalizio che verranno eletti alle prossime politiche: più saranno i nuovi più alto sarà il risparmio.

Il presidente del Senato, Renato Schifani
IL «DOPO» - Intanto il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama ha dato mandato ai questori di definire, in collegamento con i colleghi della Camera, una proposta per il dopo perchè, viene spiegato, non sarebbero possibili soluzioni diverse fra le due Camere. Più di una le ipotesi sul tappeto: una delle idee è quella di passare al sistema contributivo, equiparando di fatto il periodo dell'esercizio della funzione di senatore (o di deputato) a un lavoro. Ma si è pensato anche a una rendita assicurativa. In tutti e due i casi a versare mensilmente il denaro da destinare a questo scopo sarebbe il singolo. I questori di Senato e Camera hanno già avuto modo di confrontarsi e proseguiranno, dunque, a farlo per definire una proposta.

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