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25 set 2011

Medvedev candida Putin al Cremlino "Accetto, per me è un grande onore"

Scambio di ruoli nel tandem blindato della leadership russa. L'attuale presidente lancia di nuovo il suo predecessore per le presidenziali del 2012. E l'ex dirigente del Kgb potrebbe ora restare al potere fino al 2024, grazie alla riforma costituzionaleMOSCA - Formalmente ha lasciato il Cremlino per 4 anni ma sta per riprenderselo per tenerlo a lungo: l'attuale premier ed ex presidente Vladimir Putin si candiderà alle prossime elezioni presidenziali di marzo 2012. Una soluzione politica scontata, annunciata con notevole anticipo rispetto ai tempi di Mosca. E questa volta, grazie alla riforma costituzionale, il mandato di Putin non sarà di 4 ma di 6 anni, con la possibilità di ricandidarsi anche nel 2018.

All'invito dell'attuale capo di stato russo, Dmitri Medvedev, che gli chiedeva di correre il prossimo marzo ha risposto: "Sì, è un enorme onore". Medvedev a sua volta lascerà la presidenza e guiderà la lista del partito Russia Unita, il cui attuale leader è Putin, e se vincerà alle legislative del 4 dicembre - secondo Putin - prenderà anche le redini del governo.


La longevità politica dell'ex agente del Kgb è ormai una costante nel panorama politico russo: l'attuale premier era stato premier sotto Boris Eltsin, poi presidente facente funzioni durante la malattia del suo predecessore dal 31 dicembre 1999: fu eletto presidente della Federazione russa dal 2000, riconfermato in carica nelle elezioni del 14 marzo 2004. 

Sulle elezioni del 2012 Dmitri Medvedev e Vladimir Putin per un lungo periodo hanno taciuto e non hanno annunciato la loro posizione. Era corsa più di una voce che i due non si fossero ancora accordati e che Medvedev fosse restio a lasciare il Cremlino. Sarebbe invece 
stato un ritardo tecnico per una "questione di opportunità politica" ha detto Putin. "La scelta è per voi, per tutto il popolo" ha detto l'attuale premier parlando al congresso che si tiene oggi a Mosca allo stadio Luzhniki, particolarmente gremito per l'occasione. Altre voci davano Medvedev ormai fuori dai giochi, ma la giornata smentisce anche queste ultime.

Il compito di Medvedev è ora di guadagnare i consensi dell'elettorato moderatamente liberale: voti necessari per il partito Russia unita che i sondaggi indicano ormai slittato dal 60% a sotto il 45% negli ultimi mesi.

Il doppio annuncio, in realtà, non solo conferma il destino del tandem, ma rappresenta un passo dovuto - e notevolmente anticipato - per strizzare un occhio agli investitori che ormai da mesi avevano congelato il proprio interesse nell'economia del Paese in attesa di una chiarificazione sul futuro. Non a caso il super-candidato pone oggi come primo obiettivo economico per il Paese di riportare la crescita al 6-7%. Nonchè il riarmo dell'esercito e della flotta. Poi aggiunge: "il motore chiave dello sviluppo deve essere il business russo".

Quello annunciato oggi davanti ad oltre 11 mila delegati, nel blindatissimo palazzetto dello sport vicino allo stadio Luzhniki, appare come un accordo di ferro, maturato forse sin dal 2008, quando Putin fu costretto a lanciare il suo delfino Medvedev al Cremlino perché la costituzione gli vietava un terzo mandato consecutivo. Problema risolto: Putin, una volta eletto presidente, potrà contare su un mandato allungato da quattro a sei anni e si potrà ricandidare anche nel 2018, arrivando così fino al 2024: un quarto di secolo al potere.

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